Dopo qualche tuffo dalla barca, la vacanza in barca potrebbe diventare noiosa se non si hanno nuovi stimoli per vivere il mare.
Per di più se si hanno i figli o nipotini (abituati a navigare perennemente sui social) la lunga permanenza in rada, dove infatti Internet arriva a fatica, potrebbe trasformarsi in una dramma più che una vacanza di relax.
Sicuramente una delle attività più stimolanti e coinvolgenti da vivere in famiglia a bordo della propria barca è provare la pesca in mare, e perché no, con la possibilità di cucinare le catture! Non occorre essere dei bravi pescatori perché il vero obiettivo è passare una giornata divertente e rilassante al contatto con la natura del mare.
Partiamo quindi con l’ABC della pesca dove la pastura può determinare o meno le sorti della giornata a pesca. Ad esempio riciclare gli avanzi di cibo del pranzo o cena dei giorni precedenti può essere un ottimo richiamo (attorno alla barca) per i pesci. Mentre con il buio un altro trucco infallibile per richiamare i pesci sono l’accensione delle luci subacquee o l’illuminazione dell’acqua con una torcia potente, meglio se subaquee.
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Una volta pasturato vicino alla barca si può usare un’esca artificiale micidiale: il Sabiki (facilmente reperibile in qualsiasi negozio di pesca, grazie alla loro notorietà), che non sono altro che una serie di ami posizionati in sequenza che richiamano in massa i pesci più voraci. Con un piombo alla fine e una lenza su rocchetto il gioco è fatto, poiché se ci sono pesci attorno alla barca è davvero impossibile non pescare nulla con i Sabiki! Con questo sistema si possono pescare piccoli pesci presenti in abbondanza in tutto il mediterraneo, quali: aguglie, sarde, occhioni, ecc.
Se l’obiettivo invece è pescare per portare in tavola le proprie catture, occorre attrezzarsi con una canna, mulinello e relativa lenza. Si può andare alla ricerca di sgombri, occhioni, alici, sardine, aguglie che sono di piccola taglia, ma di grande pregio culinario essendo Pesci Azzurri! Si possono usare sia i Sabiki come spiegato sopra che ami singoli. In quest’ultimo caso occorre utilizzare esche tagliate come sarde o alici da infilzare all’amo. Per insidiare questi pesci occorre pescare in profondità oppure sondare diverse altezze sotto la barca. Sicuramente utilizzare l’ecoscandaglio della barca può essere davvero un trucchetto (sleale) se si gareggia con i propri bimbi!
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Senza dover per forza attrezzarsi per la pesca sportiva l’altura, sicuramente per chi vuole davvero stupire la famiglia può provare una pesca più “strong”; insidiando predatori di piccola-media taglia, quali: Serra, Palamita, Alletterato, Tombarello, Leccia e Lampuga. Essendo predatori occorre impiegare un’ esca artificiale che simuli un altro pesce vivo, quali: metal jig, minnow, long jerk, popper, ecc. I nomi di questi artificiali possono spaventare, ma in realtà si tratta di una pesca semplicissima, poiché occorre solamente lanciare lontano, recupera lentamente e ferrare con decisione mentre abbocca. Il continuo rumore e movimento nell’acqua innervosisce questi pesci da indurli ad attaccare l’esca (a volte senza che questi siano veramente affamati). Difatti si tratta di una pesca impegnativa perché la loro cattura, a volte è molto lunga e combattiva (da trasformarsi in vero e proprio spettacolo, non solo per i bimbi)!
Anche se non si è particolarmente esperti, come già detto in precedenza, l’importante è non demoralizzarsi ai primi fallimenti. Provare e riprovare può trasformarsi a lungo andare in un passatempo per figli e nipoti che può rivelarsi l’arma vincente per cambiare una vacanza noiosa in famiglia in barca!